Il Tuscia Film Fest conclude il weekend di Civita di Bagnoregio con un appuntamento da non perdere. Sabato 18 luglio in Piazza San Donato (ore 21.15, ingresso libero) ospite della manifestazione diretta da Italo Moscati sarà il regista Paolo Brunatto, che presenterà il suo documentario Memorie, ma non solo. La proiezione, che avrà luogo al termine dell’incontro, comprenderà anche il celebre Comizio di Roberto Benigni, girato dallo stesso Brunatto nel 1978 e pressoché inedito. Il pubblico del Tuscia Film Fest avrà quindi l’occasione di scoprire un Benigni quasi mai visto.
«Sono molto contento che Paolo Brunatto prenda parte al Tuscia Film Fest - ha dichiarato il direttore artistico Italo Moscati - con il suo film su Benigni. Ho conosciuto Brunatto negli anni Settanta, era un film maker (così li chiamavano) che si distingueva fra tutti per l'intelligenza e per la capacità di racconto. Me ne resi conto soprattutto quando, chiamandomi a partecipare ad un suo lavoro, mi accorsi di avere incontrato una persona rara per sensibilità, una persona schiva e operosa, una persona e un regista che meriterebbe ancora molto. Ci siamo poi incontrati dentro e fuori dal set, sempre con reciproca simpatia e stima. Noi del Tuscia Film Fest gli siamo grati di avere accettato il nostro invito e gli porgiamo il più caloroso benvenuto. Le sue "memorie" filmate sono un piccolo grande catalogo di storia, di misura, di qualità e, non vi stupite, di saggezza».
Il documentario Memorie, ma non solo inizia con un brano dall’atto unico Cioni Mario di Gaspare fu Giulia: lo straordinario monologo di Roberto Benigni, messo in scena da Giuseppe Bertolucci, all’Alberichino di Roma nel 1975, filmato all’epoca da Brunatto (unico documento audiovisivo esistente). Benigni e Bertolucci ricordano oggi, oltre all’esperienza del Cioni Mario, anche quella del film Berlinguer ti voglio bene. In un montaggio alternato prendono forma i giorni che i due trascorsero a Casarola (la casa di famiglia dei Bertolucci sull’Appennino emiliano) per partorire il copione del Cioni Mario: una memorabile seduta psicoanalitica a doppio senso.
Paolo Brunatto è considerato uno dei maestri del cinema underground italiano, nel quale ha riversato la sua passione per i viaggi e per l’Oriente, meta di un percorso interiore. Fondamentale, in tale direzione, l’opera sperimentale e poetica Vieni dolce morte. Nel suo cammino esistenziale e artistico ha incrociato grandissimi personaggi: Pasolini, Benigni, Carmelo Bene, Bukowski, Bernardo Bertolucci.
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