Roberto Faenza protagonista del secondo degli incontri Storie di cinema a Caffeina, organizzati in collaborazione con il Tuscia Film Fest. Giovedì 7 luglio a Viterbo, nell’arena del Parco del Paradosso (ore 21, ingresso libero), il regista incontrerà il pubblico per presentare Silvio forever, “autobiografia non autorizzata” di Berlusconi che Faenza ha diretto insieme a Filippo Macelloni. Scritto da Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, autori del best seller La casta, il film-documentario sarà proiettato nella stessa serata al termine dell’incontro, moderato dal giornalista Giuseppe Castellini, direttore del Giornale dell’Umbria.
Dopo Roberto Faenza, gli incontri e proiezioni del Tuscia Film Fest proseguono nel fine settimana con un doppio appuntamento a Canepina (Vt). In Piazza Garibaldi due serate dedicate ad alcune delle migliori opere prime della stagione cinematografica: ospiti i registi Aureliano Amadei (8 luglio) per 20 sigarette, film vincitore di quattro David di Donatello, e Matteo Cerami per Tutti al mare (9 luglio).
L’OSPITE Nato a Torino e diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia, Roberto Faenza è uno dei grandi protagonisti del cinema politico italiano a cavallo del ‘68 (Escalation e H2S), che ha il suo vertice nel film di montaggio Forza Italia! del 1978, in cui mette alla berlina, in modo profetico, la DC, tanto da essere citato da Aldo Moro durante la sua prigionia. Quel film gli costà un “esilio” negli Stati Uniti, dove si dedica all’insegnamento universitario e dirige il memorabile Copkiller con Harvey Keitel. Tornato in Italia, si fa apprezzare per una serie di trasposizioni da grandi romanzi (Sostiene Pereira, Marianna Ucrìa, I Vicerè) e per un bellissimo film sull’Olocausto visto con lo sguardo di un bambino (prima de La vita è bella): Jona che visse nella balena. Con Silvio Forever Faenza ritorno al cinema delle sue origini, in una chiave ancora più ironica e dissacrante, offrendo una sua personalissima variazione sul caso Berlusconi.
IL FILM «Piaccia o non piaccia, nessuno è più rappresentativo dell’Italia di oggi quanto il Cavaliere. Destinato per le sue gesta, che mandano in delirio chi lo adora e fanno inorridire chi lo detesta, a rappresentarci in patria e all’estero per molto tempo. Anche indipendentemente dalla tenuta del suo governo e dal suo destino personale, che alcuni sognano al Quirinale, altri ai Caraibi...». (dalle note di regia)
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